Architettura di Poggibonsi


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Poggibonsi


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Luoghi architettonici di Poggibonsi e dintorni

Poggibonsi

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Val d'Elsa

Basilica di San Lucchese

San Lucchese San Lucchese

Su una delle più belle colline della media Valdelsa, a meno di un chilometro dal centro storico di Poggibonsi, il complesso monumentale di San Lucchese - convento e basilica si è sviluppato attorno alla primitiva chiesina romanica di S. Maria in Camaldo e ai suoi immediati insediamenti. Di questo primitivo edificio rimangono visibili e significative tracce nell'attuale parete di sinistra della grande chiesa gotica, realizzata attorno al 1252, ed anche nella facciata. La basilica, uno degli edifici per il culto più grandi della Valdelsa, ha subito, nel corso dei secoli, aggiunte (la parte absidale delle cappelle fu costruita attorno alla metà del XIV secolo, mentre il portico antistante la basilica è del XVII secolo), trasformazioni e ristrutturazioni di recupero, specie alla facciata e al tetto (per frane, scosse telluriche, cannoneggiamento del 1943) senza tuttavia esserne snaturato ed anzi mantenendo integro l'assetto originario. All'interno una serie non trascurabile di opere d'arte: una Immacolata Concezione in terracotta (Giovanni della Robbia), due affreschi di Bartolo di Fredi (fra cui la celebre Madonna del Cardellino), ancora affreschi di Taddeo Gaddi e di Cennino Cennini nelle cappelle di San Lucchese (vi si conserva il corpo del santo), altri di Arturo Viligiardi illustranti vicende della vita di San Lucchese. La sacrestia, alla quale si accede dal lato destro della basilica, conserva un prezioso armadio con 17 splendide formelle di Memmo di Filippuccio. Il convento, cui si accede da un portone a destra della basilica conserva l'Aula Capitolare della fine del 1200, che chiude da un lato il grande chiostro secentesco, attiguo alla stessa basilica. Da qui si ha accesso al refettorio, costruito nel 1400, che conserva uno splendido affresco di Gerino da Pistoia, La moltiplicazione dei pani e dei pesci.

La Fonte delle Fate

Fonte delle Fate Fonte delle Fate

Sulla strada che porta a San Lucchese ed a circa 200 metri da quest'ultima, la Fonte di Vallepiatta, detta delle Fate, è l'unico grandioso reperto architettonico della sovrastante e distrutta Poggio Bonizio. Riscoperta, in parte, nel 1803, dopo che era stata interrata nel 1484 con la costruzione della Fortezza del Sangallo e successivamente ricondotta allo stato originale, questa grande fontana pubblica (la più grande per dimensione di tutto il territorio senese) è stata completamente restaurata, ripulita e ricondotta all'antico splendore grazie ad un recente intervento della Soprintendenza ai monumenti. É attribuita al disegno di un "magister lapidum" del tutto sconosciuto, Balugano da Crema, che comunque vi ha riversato la sua grande sapienza costruttiva. Essa si presenta con una sorta di portico costruito su sei arcate doppie a sesto acuto, all'interno del quale si trovano le vasche per la raccolta delle acque. La fonte era (ed in parte lo è ancora) alimentata dal vasto impluvio sovrastante, attraverso una lunga serie di gallerie e cunicoli.

Poggio Imperiale e Fortezza Medicea

Fortezza - reconstruction Porta San Francesco

Ricostruzione della fortezza

É la collina sovrastante l'antico Borgo Marturi e l'attuale città e dove Guido Guerra dei Conti Guidi fece iniziare nel 1155 la costruzione della nuova città di Poggio Bonizio, radunandovi i vari popoli della terra. Distrutta dai fiorentini nel 1270 con la proibizione assoluta e tassativa a non più abitarvi, nel 1313 sperò di risorgere per volontà di Arrigo VII, che ne fece riprendere la costruzione. Morto l'imperatore, la sommità della grande collina conobbe il silenzio e l'oblio fino al 1484, quando nella parte sud di essa, Lorenzo il Magnifico iniziò a far costruire la fortezza militare che il comune di Poggibonsi sta ora integralmente recuperando. Affidata a Giuliano da Sangallo la costruzione terminò, senza concludersi, nel 1510 e fu subito considerato il più perfetto gioiello costruttivo d'arte militare.

Fortezza Medicea Fortezza Medicea

La Magione di S. Giovanni al Ponte

Il piccolo ma splendido complesso monumentale - chiesa, foresteria e servizi complementari - rappresenta un raro esempio di conservazione e ripristino di strutture medioevali, riferibili al XII secolo. Fu sede dell'antico Spedale gerosolimitano (e forse anche casa dei cavalieri templari) sulla Via Francigena, presso il diruto ponte sullo Staggia, detto di Bonizio. La chiesina, ad una sola navata terminante con la bellissima abside, ha nella facciata, motivi di particolare interesse, legati alla singolarità degli elementi costruttivi: il residuo campanile a vela in bozze di travertino come l'intera struttura; la finestrella con stipiti a denti di sega; un portale con archivolto fortemente estradossato. Di costruzione chiaramente posteriore sono le attuali volte a crociera, che hanno sostituito certamente le capriate a vista del soffitto. Il complesso della Magione è attualmente sede della milizia del Tempio e centro di grandi iniziative culturali.

Castello di Badia

L'attuale costruzione ottocentesca fa torto alla primitiva, formidabile costruzione di una delle Badie più antiche della Tuscia longobarda e franca, insieme a quella di S. Salvatore all'Amiata e all'insediamento della famiglia dei Cadolingi a Fucecchio e a S. Miniato. Prima di essere Castello e luogo di difesa fu centro attivo di attività economiche, sociali e culturali di grande importanza. Dopo alterne vicende delle diverse comunità monastiche che vi si susseguirono, la Badia pervenne a privati che la trasformarono nella struttura che si vede.

I dintorni di Poggibonsi

Staggia Senese

Nel 1994 ha celebrato i suoi mille anni di vita, anche se gli storici gliene attribuiscono almeno cento in più. Nell'anno Mille era infatti già un importante castello, residenza di una potente famiglia di origine longobarda, un castello, residenza di una potente famiglia di origine longobarda, un discendente della quale, Isalfredi, vi aveva fondato una chiesa intitolata a S. Maria. Nella prima metà del XII secolo vi si stabilirono, in una specie di condizione feudale dei monaci di Badia Isola, la famiglia dei Soarzi. Una famiglia che si trovò a dover far i conti tra le mire senesi e fiorentine sul castello - strategicamente importantissimo e punto di transito vitale di uno dei tracciati valdelsani della Via Francigena - seguendo le alterne fortune politiche delle due città e pagando con la distruzione del castello la propria alleanza con Siena da parte dei Fiorentini. Prima della fine del XIII il castello e gran parte delle sue terre e pertinenze furono acquistati da Albiero Franzesi, dell'omonima famiglia fiorentina di mercanti, magnati e finanzieri. Il Castello fu ricostruito agli inizi del trecento insieme alla rocca, poi abituale dimora dei Franzesi. Furono a più riprese fortificate e ampliate le mura castellane in coincidenza delle mai sopite aspre lotte fra Siena e Firenze, che termineranno solo nella seconda metà del XVI secolo. Il Castello conserva ancor oggi l'impianto urbanistico della sua prima fortificazione, caratterizzata da una cerchia muraria alta e possente ancorché rimaneggiata e trasformata nel corso dei secoli, da una strada centrale fra le due porte principali, ora abbattute, da altre stradine parallele, caratterizzate da antiche corti, orti, pozzi di approvvigionamento ecc. L'antica pieve romanica di S. Maria, al centro del borgo, fu completamente snaturata alla fine del secolo scorso.

Museo del Pollaiolo

Attiguo alla chiesa, il minuscolo ma prezioso museo, che ospita un'opera di grandissimo pregio di Antonio del Pollaiolo, la S. Maria Egiziaca, alcune tavole di Scuola Senese e Fiorentina dei secoli XIV e XV, una bella tela del Salimbeni e alcuni preziosi oggetti di arte sacra.

Castello di Strozzavolpe

Legato ad una infinità di leggende - alcune suggestive e delicate, altre crudeli e paurose - è uno dei luoghi più amati dai Poggibonsesi. Dimora dell'antichissima famiglia dei Conti Guidi, fu ulteriormente fortificato da Guido Guerra alla fine del 1100. Salvo alcune "invasioni" ottocentesche (la sommità della torre), ricorrenti del resto ovunque in periodo romantico, la struttura, cui si accede oggi attraverso un ponte levatoio, ha conservato gran parte dell'originario assetto, comprese le possenti ed irregolari mura di cinta. Fu via via proprietà degli Alberti, dei Salimbeni, degli Adinari, dei Rinuccini, dei Ricciardi ed oggi dei Bizzarri-Arcangeli. Di un certo interesse, all'interno del castello, la ricostruita Sala d'armi e la piccola cappella gentilizia, trasformata in periodo rinascimentale.

Ulteriori informazioni sul Castello di Strozzavolpe.

Chiesa di S. Martino a Luco

Piccola ma deliziosa chiesetta romanica a circa due chilometri dal centro della città. Una sola navata e senza abside terminale, conserva il bel paramento murario a bozze di tufo e travertino. La lunetta del portale e l'architrave risultano rimaneggiati. L'edificio è stato recentemente restaurato grazie ai contributi della Comunità poggibonsese di S. Giuseppe.

Chiesa di S. Andrea a Papaiano

Una delle più antiche costruzioni romaniche dell'area poggibonsese (è ricordata prima del Mille), l'edificio attuale è riferibile tuttavia alla prima metà del secolo XII. Una sola grande navata, terminante in un transetto rialzato e in tre absidi, una delle quali quasi del tutto scomparsa. La chiesa fu restaurata oltre un secolo fa (riapertura delle finestre laterali e ricostruzione della bifora sulla facciata) ma non "depurata" del brutto intonaco che nasconde ancora il bel filaretto. All'interno un affresco di Scuola Fiorentina del XV secolo (Madonna e Santi) ed una Sacra Famiglia in ceramica policroma del XVIII secolo.

Chiesa di S. Maria a Talciona

L'edificio, d'impianto romanico e risalente ai primi del 1100, fu allungato nel corso del XIII secolo. E' ad una sola navata e termina con una bellissima abside. Vi si notano chiari influssi architettonici oltramontani (portale con arco crescente e rosone sovrastante riccamente decorato) e, purtroppo, i segni di un restauro frettoloso realizzato un secolo fa (ripristino della torre campanaria e consolidamento del filaretto interno). Di pregio notevolissimo l'architrave dello stesso portale, che raffigura, in un bassorilievo datato 1234, l'Adorazione dei Magi.

Chiesa di S. Bartolomeo a Pini

Sul tracciato della cosiddetta Francigena di Marturi (Pian de' Campi, Maltraverso, Galognano) si raggiunge in realtà più facilmente dalla statale Cassia in località Bellavista. L'edificio, romanico, costituito da un'uica navata e senza abside, è in pessime condizioni di conservazione ma c'è una iniziativa del Lions Club per il suo completo recupero.

Chiesa di S. Lorenzo in Pian de' Campi

A meno di due chilometri da S. Lucchese, lungo il tracciato della Via Francigena di Marturi, questo piccolo edificio, d'impianto romanico, conserva in minima parte l'originario paramento murario. Una monofora segna un portale non originale e due finestrelle sul lato sinistro dell'edificio danno luce sufficiente alla piccola navata terminante in un'abside. Vi si conserva un bell'affresco quattrocentesco di Pier Francesco Fiorentino. A pochi metri di distanza dall'edificio furono casualmente rinvenuti nel 1963 antichi oggetti sacri in argento, appartenenti alla scomparsa chiesa di Galognano (due patene con dedica, tre calici, un cucchiaino) di grande pregio artistico e di notevole rilevanza storica, d'epoca gota. Noti come "tesoro di Galognano" gli oggetti sono attualmente esposti presso il museo civico e d'arte sacra di Colle.

Chiesa di S. Pietro a Canonica

A due chilometri dal capoluogo, la chiesa fu al centro di un antico cenobio di religiosi e chierici. L'edificio romanico dell'inizio del XII secolo, ha subito sostanziali devastazioni che l'hanno completamente snaturato. Rimangono, inserite nei filaretti della facciata, alcune porzioni di architravi decorati che danno testimonianza del diffondersi in Valdelsa degli stili Pisano- Volterrani.

Magione di Torri

Sul più antico tracciato valdelsano della Via Francigena e alla confluenza di questa con la cosiddetta Volterrana Sud, Torri si trova a meno di 3 chilometri dal capoluogo, sulla tre Vie - Ulignano. Fu una grande magione dei Cavalieri di S. Giovanni, i Gerosolimitani, che la utilizzarono, nel 1173, per un Capitolo generale dell'ordine per la sua grandezza e capacità ricettiva. Era stata costruita ai primi del secondo millennio ed era costituita da una più ampia chiesa, da un grande ospizio per i pellegrini adiacente ad essa e di altri servizi complementari. Cinta di mura e con un'unica porta d'accesso fra le due alte torri in laterizio (di cui una sopravvive) fu oggetto di non poche mire di signorotti della zona. Dell'antica chiesa romanica, utilizzata a lungo come tinaia, rimane ben poco: la parte superiore della facciata con il piccolo rosone murato e parte della lunetta del portale nascosto da un capannaccio. É venuto recentemente alla luce un bellissimo portale in pietra serena che doveva rappresentare un accesso secondario al complesso assistenziale. Nonostante che Torri sia considerato per legge bene storico e artistico inalienabile, niente si fa per salvarlo dalla completa rovina.

Chiesa di S. Pietro a Cedda

Il complesso monumentale si trova sulla via Chiantigiana a 6 chilometri dal centro cittadino. É giustamente considerato l'edificio romanico fra i più belli della Valdelsa. Ad una sola navata di tipo abbaziale (ricorda la Badia di Coneo) termina in una splendida abside, forse l'elemento architettonico più significativo e pregevole dell'intero edificio, il quale tuttavia conserva anche una intatta torre campanaria. Le decorazioni, i fregi, le simbologie tipiche delle costruzioni medioevali che si colgono sui vari elementi costruttivi (portali, architravi, monofore ecc.) rappresentano motivi di particolare richiamo. La facciata è, in parte, deturpata da una costruzione posteriore adibita a canonica. All'interno, di notevole fattura, un tabernacolo della Scuola di Mino da Fiesole. Bellissimo un trittico trecentesco di scuola fiorentina trafugato e recuperato, che vi è rimasto esposto per secoli (ora al Museo Civico e d'Arte Sacra di Colle) e del quale viene proposta una gigantografia fotografica.

Ulteriori informazioni sulla Chiesa si San Pietro a Cedda

Chiesa di S. Donato a Gavignano

Piccola, ma deliziosa chiesina romanica dell'immediata periferia cittadina. Sottoposta ad interventi fra i più devastanti nel corso dei secoli (ne fu distrutta l'abside nel secolo scorso per utilizzare le bozze in un muro di un orto!) ha gradatamente ritrovato l'antico aspetto.

Ulteriori informazioni sulla Chiesa di San Donato a Gavignano

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