Posto in una terra di antico insediamento al centro della Val d' Elsa e quasi
baricentro della Toscana, Poggibonsi, nonostante vicende talora assai negative,
è stato sempre avvantaggiato dalla sua felice posizione di nodo stradale. Il suo
antenato medievale, Poggiobonizzo, che Giovanni Villiani nella sua cronica
descrive come ".... uno dei più forti castelli d' Italia con belle mura e torri,
con molte belle chiese e pieve e ricca badia e con bellissime fontane di marmo e
accasato e abitato da genti, come una buona città ...", era allora sulla sommità
del colle dove ora sono i resti della fortezza di Poggio Imperiale.
L' origine dell' insediamento va ricercata quel "Saint Michel Castellum"
ricordato dall' itinerario percorso da Filippo II Augusto per tornare in Francia
dalla terza Crociata nel 1191, cioè quel castello di Podium Marturi formatosi
presso l' abbazia di San Michele Arcangelo (oggi al suo posto è un castello
neogotico), riccamente dotata dal marchese Ugo nel 998. Ai piedi del colle era
sorta la pieve di Santa Maria (di cui resta il campanile presso l' attuale
Collegiata), attorno alla quale crebbe il borgo di Marturi, che sarà invece il
nucleo rigeneratore dell' attuale Poggibonsi.
Il castello di Marturi, sul quale avevano signoria i conti Guidi, per esser
divenuto un importante nodo stradale sul ramo nuovo della via Francigena,
suscitò il risentimento di Firenze che, nel 1115 , lo assalì e lo distrusse.
Qualche decennio dopo i conti Guidi, con l' aiuto dei Senesi, ricostruirono un
nuovo castello sul Podium Bonizi, ma la sconfitta dello schieramento imperiale
nella metà del XII sec. portava Firenze ad avere sul castello gli stessi
privilegi di Siena. Nonostante dovesse giurare fedeltà ad entrambe le città, il
nuovo castello , sfruttando abilmente la rivalità che costantemente le opponeva
e raggiunto un accordo con gli altri importanti centri della Val d' Elsa
organizzati in comune (Colle
di Val d'Elsa e
S. Gimignano),
riuscì a gestire una certa autonomia. Lo dimostra , se non altro, il fatto che
Ogerico, podestà di Poggiobonizzo, emetteva nel 1203 la sentenza per la
definizione dei confini tra i territori di Siena e di Firenze nel Chianti. In
realtà, la politica di Poggiobonizzo nei confronti delle due città fu più spesso
sbilanciata verso Siena, tanto da avere riconoscimenti ufficiali da Federico II
, che concedeva la giurisdizione sui vari castelli della (tra i quali quello
importante di Staggia), e stringere un' alleanza con le città, poi sciolta nel
1235. Seguirono alterne vicende, dall' imposizione fiorentina di demolire parte
della fortificazione alla ricostruzione delle stesse dopo il successo ghibellino
di Montaperti, dalla fortificazione di Staggia da parte dei Senesi ad un
riavvicinamento a Firenze, ma dopo il ritorno dei guelfi a Firenze nel 1267,
Poggiobonizzo tornò ad essere luogo di concentrazione di elementi ostili a
questa città. Nello stesso anno Poggiobonizzo fu assediato e conquistato da
Carlo d' Angiò che vi iniziò la costruzione di un cassero, ma dopo la disfatta
Ghibellina di Colle (1269), tornò ad essere un caposaldo antiguelfo. Nel 1270 il
castello fu costretto ad una nuova resa dall' esercito di Guido di Montfort e
Firenze pagò 4000 fiorini a questo condottiero perché lo distruggesse
completamente. Di esso rimase praticamente solo la fonte delle Fate, a mezza
costa, e gli abitanti si trasferirono in basso, nel borgo di Marturi, dando vita
all' odierno Poggibonsi.
Nessuna delle molte emergenze di rilievo di cui è ricco il territorio si trova
entro i limiti del
Chianti Classico.
Per il rimanente ricorderemo il grosso borgo fortificato di Staggia, con il
palazzo-fortezza che fu dei Francesi; la quattrocentesca fortezza del Pogigio
Imperiale, rimasta incompiuta, presso la quale è francescana chiesa di San
Lucchese;
le chiese romaniche di Cedda,
Talciona, Papaiano e dello spizio della Magione,
il castello di Strozzavolpe.
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